Informazioni su leopardiani

Blog da Revista acadêmica AppuntiLeopardiani

Scuola Estiva di Studi Leopardiani, Pascoliani e Montaliani

LOCANDINA_ Scuola estiva internazionale in Toscana_2016

Titoli delle lezioni leopardiane dei docenti della “Scuola estiva internazionale in Toscana di Studi leopardiani, pascoliani e montaliani”.
II edizione, Lucca, 28 agosto – 3 settembre 2016, col patrocinio del CNSL

Modulo su LEOPARDI (29 e 30 agosto 2016)

  •   Luigi Blasucci (Scuola Normale Superiore di Pisa), Sulla genesi dell’idillio leopardiano
  • Angelo Colombo (Université de Franche-Comté, Besançon), Letture incrociate nella Milano della Restaurazione: Leopardi e Monti (1825)
  •  Fabrice De Poli (Université de Lorraine), Leopardi come anti-modello in Pascoli e Montale
  •  Arnaldo Di Benedetto (Università degli Studi di Torino), Leopardi a Napoli: “I nuovi credenti”
  •  Lucio Felici (Centro Nazionale di Studi Leopardiani – Recanati), Divinità in pantofole nel “Dialogo d’Ercole e di Atlante”
  • Christian Genetelli (Université de Fribourg), Per l’epistolario leopardiano: storia e filologia
  •  Angela Ida Villa (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano): Il passero azzurro dell’Afrodite Celeste. La “misteriosa mitologia locale” fenicio-punica di Recanati, il borgo di Venere-Astarte Ericina, e la “modernità dell’antico” nel “Passero solitario” di Giacomo LeopardiCONFERENZA SERALE, APERTA ANCHE AL PUBBLICO (Lucca, Palazzo Ducale, 29 agosto 2016, h. 21,30)

    Luigi Blasucci (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Christian Genetelli (Université de Fribourg) presenteranno il libro di Lucio Felici (Centro Nazionale di Studi Leopardiani – Recanati) L’italianità di Leopardi e altre pagine leopardiane, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2015. Saranno presenti l’Autore e l’Editore.

    Per informazioni sull’intero ciclo, aprire il sito http://www.unicatt.it/leopardi-pascoli-montale, contenente anche il call for papers e il call for posters per i corsisti con gli ultimi aggiornamenti relativi alle quote agevolate.

Curso intensivo: Viragem cultural e dissolução dos liames cívicos na reflexão de vico e Leopardi; Leopardi e Pasolini; Pasolini e Benjamin: risco de barbárie e ameaça à civil

O Grupo de Estudos Leopardianos/CNPq tem o prazer de anunciar o curso intensivo:

VIRAGEM CULTURAL E DISSOLUÇÃO DOS LIAMES CÍVICOS NA REFLEXÃO DE VICO E LEOPARDI; LEOPARDI E PASOLINI; PASOLINI E BENJAMIN: RISCO DE BARBÁRIE E AMEAÇA À CIVIL

PROFESSOR: EXPEDITO PASSOS – UECE

CARGA HORÁRIA: 08 h/a

DATA e HORA: 13 a 16 de junho de 2016, das 13:30 às 15:30h

SALA: 311/CCE/B

RESUMO: A presente proposta tem como tema A viragem cultural e a dissolução dos liames cívicos na reflexão de Vico e Leopardi; Leopardi e Pasolini; Pasolini e Benjamin: risco de barbárie e ameaça à civil. Trata-se aqui de um tema a ser abordado com base na orientação filosófica da Estética cultural, com incursões na Ética e na Filosofia social e política, ou seja, uma abordagem que pressupõe antes de mais a concepção de uma Estética mais ampla, a qual ultrapassa a orientação da Filosofia da arte, compreendida apenas como reflexão sobre o belo e a arte. Daí se adotar aqui uma concepção de estética que reflete também sobre os problemas antropológicos, sociais, culturais, linguísticos, comunicativos, políticos e éticos. As exposições serão fundamentadas na seguinte hipótese interpretativa: a perspectiva do diagnóstico cultural, realizado por Giambattista Vico (1668-1744), Giacomo Leopardi (1798-1837) e Pier Paolo Pasolini (1922-1975), ante as transformações do mundo moderno e a modernização italiana, se expressa como crítica ao processo de “racionalização cultural”; “fragmentação dos saberes”; “destruição de valores humanos”; “homologação cultural”; “crise de sentido”; “fim da ideia de Resistência”, e assim por diante, que afetaram certas faculdades e disposição do ânimo humano, associadas à sensibilidade e ao pathos, as quais compõem também a integralidade antropológica do indivíduo, atingindo, igualmente, o éthos que possibilitava certa ordem de sentido. Essa “viragem” se revelou como ameaça aos liames cívicos e ao estatuto antropológico do indivíduo, pois produziu risco de novas barbáries. Na abordagem do presente tema, destacam-se as reflexões realizadas por Vico, durante os séculos XVII e XVIII, considerando em especial a sua concepção de “barbárie da reflexão” elaborada na sua obra Princìpi di Scienza nuova (1725, 1730 e 1744) e, em seguida, aquelas desenvolvidas por Leopardi, durante o século XIX, as quais culminam com a noção de “barbárie da sociedade”, valendo-se das Operette morali (1835), do Discorso sopra lo stato presente degl’ italiani, de 1824, e do Zibaldone di pensieri. Se Vico e Leopardi já identificaram certa barbárie, oriunda das contradições do mundo moderno, Pasolini reconheceu, em suas últimas obras, sobretudo, nos Scritti corsari (1975) e nas Lettere luterane. Il progresso come falso progresso (1976), que após o processo de modernização na Itália, final dos anos Cinquenta aos anos Setenta, ocorreu uma “mutação antropológica” nos indivíduos, afetando-lhes também o estatuto antropológico. Trata-se do advento da “civilização dos consumos” e da presença de um “novo fascismo’ e “novo poder”, de origem tecnofascista, marcando de forma indelével a vida dos indivíduos por causa da homologação cultural. Para Pasolini, os jovens foram os mais afetados nesse processo, na medida em que sofreram a perda de valores humanos com os efeitos da nova cultura, provocando-lhes sintomas os mais diversos como: “perda linguística e expressiva”, “quebra do sentido”, “mimetismo”, “agressividade”, ‘neuroses”, ‘frustrações”, “conformismo”, ‘indiferentismo”, “nova delinquência”, “exibicionismo”, “inexpressividade” e tantos outros. O tema aqui proposto remete, sobretudo, a certa especificidade no tratamento da filosofia italiana, ou seja, de uma interpretação que rompe com os antigos preconceitos de um atraso ou da não existência de uma filosofia na Itália: hoje criticados pelos estudos desenvolvidos na Itália por Roberto Esposito. Tal concepção filosófico-hermenêutica contribui, igualmente, para a elaboração de uma orientação filosófica, a qual defende um pensamento italiano voltado para a vida civil e, ao mesmo tempo, histórico concreto: pressuposto fundamental desta proposta de curso.

 

VPLB

Un progetto di ricerca: Vico e Leopardi

Fabiana Cacciapuoti

Un progetto di ricerca: Vico e Leopardi

Molti studiosi di Leopardi, soprattutto quelli che ne frequentano con assiduità lo Zibaldone di pensieri, si sono interrogati sulla possibile conoscenza, da parte del poeta, della Scienza Nuova di Giambattista Vico. In realtà, nello Zibaldone Leopardi menziona Vico solo nelle ultime pagine del suo testo, citandolo in riferimento a Wolff e alla questione omerica.

Se quindi Vico viene menzionato in maniera ridotta rispetto a poche riflessioni su Omero, non altrettanto può dirsi per quanto concerne la ricca ed ampia corrispondenza di temi e di pensieri che inducono a ipotizzare una lettura forse diretta della Scienza Nuova in un Leopardi ancora giovane. Lettura che non sarebbe necessariamente legata ai libri della biblioteca di famiglia, dove compare un’edizione tarda del testo vichiano in una stampa napoletana del 1831, ma a volumi eventualmente avuti in prestito o conosciuti in altri luoghi d’Italia.

Difatti in molti luoghi dello Zibaldone si individuano convergenze col pensiero vichiano per numerosi campi di ricerca, soprattutto di tipo antropologico: un’antropologia che tiene conto di un asse storico, nell’alternanza di fasi di civiltà e regressioni barbariche, e di forme gnoseologiche legate all’interesse per tutto quanto concerne il linguaggio e l’origine di lingua-e e pensiero. Di qui, il comune interesse per nessi tra linguaggio e immaginazione, forme del simbolo, del mito, come traduzione della storia dei popoli: un’archeologia dei saperi che permea entrambe le opere, di Leopardi e di Vico, e che induce a ritenere quest’ultimo come una grande fonte implicita dello Zibaldone.

Naturalmente va detto che un ruolo fondamentale per entrambi è costituito dalle rispettive letture con grandi probabilità comuni che hanno sollecitato interessi e prospettive simili, per cui diventa necessario allargare il discorso alle biblioteche dei due autori.

Quest’ultimo punto, essenziale in una prospettiva storica e filologica, ci sembra di grande importanza, dal momento che molte delle convergenze tra le posizioni dei due autori possono trovare spiegazione nella comunanza delle fonti. In tal senso acquista valore anche la storia della diffusione della Scienza Nuova negli anni ’30 dell’Ottocento in Italia e in Europa.

Il progetto che da tempo ho a cuore e che penso di poter finalmente realizzare, vista la convergenza di proponimenti con la direttrice dell’Istituto per la storia del pensiero scientifico e filosofico moderno del CNR e la condivisione con gran parte degli studiosi leopardiani, riguarda quindi l’esame delle due grandi opere (Scienza Nuova e Zibaldone di pensieri) per individuare i campi di ricerca comuni ai due autori, e delle fonti cui entrambi possono aver attinto.

     Da un punto di vista organizzativo ci è sembrato importante unire gli sforzi in vista di una ricerca originale e che richiede lavori di prima mano, così che, a tal fine, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani ha stabilito una convenzione con l’Istituto per la storia del pensiero scientifico e filosofico moderno.

Di conseguenza, ad una prima indagine, vale la pena di prendere in considerazione i seguenti nuclei concettuali:

1. Le forme della conoscenza: sapienza poetica, favola, mito

2. L’immaginazione: aspetti e campi semantici

3. Il nesso civiltà-barbarie

4. Il linguaggio: origine delle lingue, linguaggio simbolico, lingua e pensiero

5. Le fonti: le biblioteche di Vico e Leopardi.

Il CNSL, inoltre, di comune accordo con l‘ISPF, ha stabilito per il 20 novembre prossimo una manifestazione nella “Biblioteca Nazionale” di Napoli, che – come si sa – conserva gli autografi di Vico e di Leopardi, per riunire coloro che sono interessati a partecipare a questo progetto. In tale occasione i professori Andrea Battistini e Antonio Prete terranno una prolusione, rispettivamente su Vico e su Leopardi, e si darà lettura del programma di ricerca. Quest’ultimo, articolato secondo una serie di aree tematiche rispondenti a diversi nuclei concettuali comuni ai due autori, potrà essere svolto in tempi e luoghi diversi, che dovranno esser definiti per quella data.

Eventuali richieste di partecipazione al progetto dovranno pervenire entro il 31 ottobre all’indirizzo f.cacciapuoti@tiscali.it, con l’indicazione del nucleo concettuale cui si intende lavorare. I curatori del progetto si riserveranno comunque di selezionare le richieste in base ai titoli scientifici e agli interessi di ricerca dello studioso.

Call for papers Appunti Leopardiani 2014 2

Appunti leopardiani

numero tematico (4) 2, 2014

etica animalista ed ecologica in
Giacomo Leopardi

Call for papers


Le poesie L’Uccello, A favore del Gatto, e del Cane, le traduzioni dal francese Epitaffio ad una cagnolina e Dialogo tra il passeggero e la tortora, insieme con la Dissertazione sopra l’anima delle bestie sono le testimianze giovanili di un interesse per gli animali e per il loro mondo che Giacomo Leopardi approfondì durante il resto della sua breve vita. La protesta antiantropocentrica inizialmente abbozzata nel Dialogo tra due beste e nel Dialogo di un cavallo e un bue, successivamente cantata dal pastore errante, e infine esasperata nella feroce caricatura dei Paralipomeni, fa di Leopardi, nel canone della letteratura italiana moderna, il primo prepotente interprete dell’altro, inteso come creatura non-umana, e del suo dolore. Nella drammatica pagina zibaldoniana del giardino sofferente, infatti, la voce del non-umano esprime uno dei suoi lamenti più strazianti.

L’interesse di Leopardi per il non-umano si affina dopo la rinuncia alla metafisica e l’intensificarsi delle riflessioni su quella che egli battezza la «materia pensante». La sua preoccupazione per le possibilità e le capacità di sentire della materia, dell’esistente, anche di quello che, se non fosse per il timore di cadere nell’anacronismo, potremmo chiamare «ecosistema», si intreccia alla riflessione sulla differenza tra conoscere e sentire, ragione e sentimento, poesia e filosofia. Di conseguenza è anche una riflessione indissolubilmente legata al suo pensiero sul linguaggio e sui suoi mezzi, sui limiti dell’articolabilità del pensare umano e del dicibile, sulla voce e sul punto di vista dell’altro.

Ci proponiamo di continuare il discorso sull’etica e sulla morale iniziato con il numero unico del 2013 di Appunti leopardiani, mettendo a fuoco l’etica animalista e ambientalista in Leopardi. Si invitano contributi in francese, inglese, italiano, olandese, portoghese, spagnolo, e tedesco che affrontino questo tema anche con l’utilizzo di un approccio ecocritico, e alla luce del dicorso filosofico contemporaneo sul non-umano e sul postumano (per esempio le riflessioni di autori come Braidotti, Di Felice, Marchesini, Perniola, Caffo).

I seguenti sono solo alcuni suggerimenti per i molti punti su cui ci si potrebbe interrogare:

  • che tipo di riflessioni conduce Leopardi sul linguaggio degli animali?

  • in che modo trova voce nella sua opera il «pensare» e «sentire» della materia?

  • compassione e socialità degli animali sono considerate da Leopardi da una prospettiva esclusivamente antropocentrica?

  • è possibile leggere la pagina dello Zibaldone sulla «civilizzazione dei bruti» in chiave ‘animalista’?

  • esiste un’eredità filosofica che lega Leopardi al pensiero rinascimentale (per esempio, Montaigne, Bruno), e sette-ottocentesco (per esempio, Bentham) sui diritti degli animali?

  • si può sostenere che Leopardi anticipi problematiche sollevate dal pensiero sul postumano?

  • quale linea di continuità lega Leopardi, Darwin e le moderne scienze ecologiche?

  • si possono interpretare il relativismo e il «sistema della natura» come alternative all’antropocentrismo?

I contributi, della lunghezza massima di 7000 parole, accompagnati da un abstract di 250 parole e un breve profilo bio-bibliografico, vanno inviati entro il 30 settembre 2014 al Direttore di redazione Roberto Lauro, all’indirizzo lauroroberto2@tin.it Una volta avvenuta la peer-review, i saggi accettati saranno restituiti agli autori con eventuali correzioni da apportare entro due settimane. Si sollecita vivamente il rispetto delle norme redazionali che facilitano e accellerano i tempi di revisione. La pubblicazione è infatti prevista per la fine del 2014.